Una piccola considerazione sulla vita

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In questo momento storico l’Umanità sembra avere due obiettivi principali:
  • mettere tutto in chiaro e bell’ordine sulla Terra, facendo funzionare nella maniera migliore possibile l’intero meccanismo sociale all’interno dell’ambiente naturale.

  • trovare il vero senso, il vero scopo della nostra esistenza, il motivo per cui ci troviamo qui, ora.

Il primo obiettivo è facilmente comprensibile. Viviamo in una tale confusione, facendo tanto rumore, alzando tanta polvere, che probabilmente è impossibile trovare qualcuno convinto che non si possa e debba migliorare. Il secondo obiettivo può risultare un po’ meno chiaro. Siamo così avvezzi a vivere alla giornata, contenti di tornare a casa la sera dopo aver conquistato il pane quotidiano ed esserci assicurati il diritto alla pensione, siamo così abituati a vivere con l’attenzione puntata su noi stessi ed il nostro piccolo mondo, che un simile obiettivo sfugge facilmente alla nostra considerazione. Eppure così non dovrebbe essere. Trovare lo scopo dell’esistenza dell’Umanità su questo Pianeta è per noi tutti molto importante.

Bisogna innanzitutto riconoscere che siamo parte di una realtà governata da un ordine cosmico. Su questo punto, per fortuna, i migliori uomini di Scienza sono concordi: come possiamo dimenticare la famosa affermazione di Einstein “Dio non gioca ai dadi”, in cui si esprimeva, appunto, la sua visione ordinata delle cose? Ma non è necessario essere un grande scienziato per addivenire a tale conclusione. Una appassionata e sufficientemente prolungata osservazione della realtà ci porterà identica consapevolezza ed una volta riconosciuta l’esistenza di un disegno, di un progetto, di una Legge Universale, sarà facile capire che soltanto se faremo ciò che ci viene richiesto da questo disegno potremo trovare pace e prosperità. In caso contrario, continuando a contravvenire a questa legge, ai sani principi dell’Universo, non potremo lamentarci se sciagure e calamità continueranno ad abbattersi su di noi. Immaginiamo un’automobile che corre lungo un circuito: l’auto siamo noi ed il circuito è la vita. Se ci ostiniamo a voler andar fuori strada continueremo a farci male all’infinito. Se accettiamo di buon grado di correre tranquillamente lungo il circuito concessoci, potremo goderci il piacere del viaggio.

Finora la nostra esistenza è stata un po’ fine a se stessa. Abbiamo dovuto imparare a sopravvivere, a crescere e moltiplicarci, come ci suggerì un maestro di vita, un paio di millenni fa. Questo obiettivo è stato ormai raggiunto almeno da una buona parte della popolazione sul pianeta. Proprio noi, popoli che abbiamo raggiunto il benessere, dobbiamo ora interrogarci sulle prossime direzioni da percorrere, sulle prossime méte. A questo punto solo una profonda riflessione può aiutarci, una riflessione che sia insieme razionale ed intuitiva, scientifica e filosofica. Scientifica: perché oggi possiamo usufruire di numerose e meravigliose scoperte e degli strumenti che ne son derivati. Filosofica: perché solo con la scienza, con la sperimentazione fisica, meccanica, elettrica o chimica, non possiamo per ora, andare oltre un certo punto. L’intuizione, il lampo di genio, pur non avallato da esperimenti compiuti con una strumentazione di rilevamento scientifica, ci deve soccorrere. Soprattutto, noi, inveterati materialisti, dobbiamo riconoscere la dignità del metodo filosofico e farne uso.

Con il ricco bagaglio scientifico già posseduto ed abbandonando, solo per qualche istante, il rigoroso metodo sperimentale, possiamo avventurarci nella costruzione di un modello filosofico dell’Universo perfettamente ordinato ed organizzato, in cui la Terra rivesta un suo ruolo specifico. Nell’infinito meccanismo universale il nostro pianeta è un ingranaggio piccolissimo. Ma non c’è dubbio che, come in qualsiasi altro meccanismo, anche la più piccola rotellina, anche la Terra, ha la sua funzione vitale, pena il blocco dell’intero sistema. La Terra ha il suo preciso lavoro da compiere ed anche noi, che altro non siamo che una sua emanazione (dalla terra nasciamo, la terra ci alimenta e terra torniamo ad essere dopo la morte) abbiamo un lavoro altrettanto preciso, una funzione migliore di tutte le altre da svolgere. Un ingranaggio può accelerare o rallentare, ma solo girando in sintonia con tutti gli altri eviterà l’attrito. Un’automobile può viaggiare sterzando verso destra o verso sinistra, ma solo procedendo lungo la linea centrale della pista può giungere al traguardo senza ammaccature. Rispondiamo a questa domanda: vogliamo, forse, continuare a farci del male e procurarlo agli altri, o piuttosto preferiamo far sì che tutto scorra nel migliore dei modi possibili?

Per tutto ciò, oggi, è opportuno tornare ad indagare, con amore, con ponderazione, con vigore, al fine di comprendere in quale tipo di meccanismo, di organismo, siamo inseriti, trovando così, finalmente, forse per la prima volta nella nostra storia, la nostra funzione, il nostro ruolo. Una volta trovati, non dovremo far altro che praticarli, per essere felici fino alla fine dei nostri giorni ed oltre. Siamo sicuri che la fantasia, l’immaginazione, potranno essere, in questo, di grande aiuto alla matematica, alle scienze esatte.




The Return of the Golden Mean by Bernard Xolotl







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