A TUTELA
DELL'INTEGRITÀ PSICHICA DEL FANCIULLO
e per una generale evoluzione sociale



Oltre un quarto di secolo fa l'ONU approvava la CONVENZIONE dei DIRITTI dell'INFANZIA. Due anni più tardi l'Italia ratificava con legge tale convenzione. Da allora il passo da compiere è quello di integrarvi il diritto alla:

PROTEZIONE dei MINORI dal PLAGIO SUPERSTIZIOSO.

Noi umani nella nostra prima età ci troviamo in una condizione di straordinaria ma acritica sensibilità intellettuale. Quegli adulti, tra noi, che sono devoti alle superstizioni divenute perenne oggetto di culto, approfittano di questa totale plasmabilità dei minori per perpetuare il loro stesso irragionevole acculturamento. Una volta subito tale imprinting, l'essere umano, pur crescendo, conserva indelebilmente gli errati fondamenti che gli sono stati inculcati in età spesso pre-adolescenziale.

Anche se successivamente ci verranno fornite ben più esatte informazioni e migliori precetti, spesso ci rifiuteremo perfino di considerarli, perché proprio questo ci ordina l'arcaica incultura propinataci. E così, inevitabilmente, quasi eseguendo le istruzioni di un software caricatoci su, quanto avremo ricevuto da piccoli andrà ad inficiare ogni nostra scelta, a detrimento e con sofferenza non solo personale ma pure collettiva e non soltanto nel caso fossimo giunti ad occupare posti di responsabilità sociale.

E' chiaro che necessita urgente e consistente intervento a protezione dei minori dal plagio superstizioso. Com'è chiaro che per far questo è necessario sviluppare una cultura che dìa spazio al genuino sentimento religioso (che ci unifica con l'esistenza ed ogni sua manifestazione e ci rende curiosi e rispettosi del mistero della vita) che nasce spontaneo in ogni essere umano ed a quella universale filosofia, perennemente a disposizione di ognuno, accessibile tramite l'osservazione personale della realtà.

A distanza di tanti anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, appare ridicolo ed insieme tragico l'equivoco nato intorno ad una mai chiarita libertà "religiosa". Se la libera espressione di un genuino sentimento religioso, di profonda unione con i propri simili e con la realtà, è cosa da lodare in ogni modo, noi umani potendo costituire una forte ed unita comunità ed interagire efficacemente con quanto ci circonda solo grazie ad esso, ben altra cosa è l'espressione di culti, dottrine e pratiche superstiziose, irragionevoli e ciò nonostante dogmatiche, tramandate con subdoli artifici da chi per prima le subì.

Vediamo allora che tanto la Convenzione dei Diritti dell'Infanzia quanto la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani vanno riconsiderate in un sapiente modo tale che i minori siano finalmente protetti dall'abuso psicologico insito nel plagio superstizioso. Da tutto ciò che è evidente essere null'altro che la perpetuazione di una arcaica incultura che ci fuorvìa dai giusti oggetti dell'attenzione, rivelandosi inadeguata al buon vivere, ponendoci così spesso e così profondamente gli uni contro gli altri.

L'Italia, Paese che così tanto ha contribuito alla diffusione del culto superstizioso, all'ottenebramento delle menti nel mondo intero, tale che oggi posto libero da esso quasi più non v'è, ha il dovere di mutare per primo il suo indirizzo, fornendo così un esempio di valore agli altri Paesi. Questo sìa tra gli apporti più significativi di una evoluta Cooperazione allo Sviluppo: che non replichi cecamente il passato ma lo coniughi alla luce d'un sapere reso libero dalle influenze del potere superstizioso.

Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonia

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