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PROFESSIONISMO E PROFESSIONALITÀ Mentre alcuni continuano a riporre grande fiducia nel professionismo, forse solo perché direttamente coinvolti, altri iniziano ad accorgersi delle pecche d'un sistema ciecamente basato su di esso. In verità il professionista si rivela troppo spesso non essere così professionale come si crede. Troppe volte il professionismo tende a cancellare ogni traccia di professionalità, riducendosi ad un mero abbarbicamento all'attività ed al reddito e successo che ne derivano. Non soltanto per il troppo elevato interesse personale ma anche per l'abitudinarietà e ripetizione in cui si scade dopo un certo tempo (e la cecità professionale che ne consegue) oltre che per l'appartenenza a caste ed ordini inerenti quel mestiere, che divengono sempre più simili a mafie che ad altro. Mai denunciando alcunché. Ad esempio in ambito legale i professionisti son tutti così a-professionali da accettare (o non essersi mai accorti de) l'illegalità insita nella cessione in via definitiva d'un bene comune, per giunta d'una comproprietà nazionale, niente di meno che d'una res publica come i pubblici impieghi, poteri e redditi. Di fatto i contratti a tempo indeterminato del pubblico impiego sono illegali ed abusivi son coloro che li occupano a vita, poiché viene impedita la comunione del bene, la sua fruizione, il suo godimento, da parte di altri cittadini con pari diritti e requisiti professionali. In tre quarti di secolo, nessun eccelso professionista legale s'è voluto rendere conto che la proprietà della centralità era passata di mano: dall'abbattuto stato monarchico al Popolo divenuto Sovrano. Di fatto questi ignobili professionisti, con il loro totale disinteresse nei confronti della Legge, con la mancata applicazione d'essa, non avendo mai denunciato il crimine del furto della Cosa Pubblica, pur reiterato per decenni, ad opera di alcuni individui tutti professionisti anch'essi naturalmente, hanno impedito il sorgere d'una vera Democrazia. Poiché questa si basa proprio sul carattere, funzionalità e giuridica d'una Res Publica appartenente al Popolo Sovrano e di conseguenza pienamente accessibile da esso e partecipata grazie al fondamentale meccanismo della temporaneità che permette il regolare succedersi di più comproprietari nella fruizione del bene comune. Di fatto ogni legale, tanto all'interno della Res Publica quanto nel privato, o s'è spacciato od ha ingannato tutti. E' proprio la comunione di quella comproprietà nazionale fatta di codici, enti, istituzioni, beni, proprietà, risorse, impieghi, poteri, redditi, un sacro bene comune curato solidarmente da ogni cittadino, ognuno in cambio ricevendo il diritto di goderne paritariamente, a distinguere una tirannide dalla Democrazia. E costoro, questi grandissimi professionisti, non han trovato di meglio da fare che tacere! Due essendo le possibilità: o perché inetti o perché criminali, artefici/complici della truffa di più vasta portata mai perpetrata sulla Terra. E' chiaro che, partendo da una tale paradossale situazione, di totale irregolarità d'un Paese, essendosi mantenuta una indebita centralità tiranna, ogni professionista, d'ogni altra materia, non solo umanista ma anche tecnica, non solo nel pubblico ma anche nel settore privato, s'è sentito legittimato a seguire la stessa strada d'allontanamento dai dettami d'una retta professione. Andandosi a creare quella immane morsa, fatta di pubblico e privato degeneri, tanto abietta quanto aggressiva e vorace da stritolare chiunque. Il privato, facendo leva su d'un finto-pubblico, commissiona leggi a suo esclusivo vantaggio che deprivano vieppiù le persone di loro diritti anche fondamentali. Tanto che l'essere umano ha ormai una ben scarsa potestà su di se, sulla propria vita e suoi beni personali. Il risultato è la misera vita che patiamo quotidianamente, pure peggiorando il tutto di giorno in giorno. Il rimedio però c'è ed è pure semplice. Bisogna iniziare ad applicare la legge nel pubblico settore: redistribuendo regolarmente i pubblici impieghi, poteri, redditi tutti. In Democrazia il primo dovere d'un addetto alla Res Publica è proprio quello di restituire al Popolo Sovrano, dopo un certo tempo, ciò che gli è stato concesso. Invece i carrieristi pubblici continuano a tenersela tutta per loro, commettendo una corposa serie di reati quali: abuso continuato di potere, furto reiterato della Cosa Pubblica, inganno, tradimento e truffa ai danni dei cittadini, del Paese e del Popolo. Davvero non c'è mafia peggiore di quella che impedisce il sorgere della Repubblica e mantiene in vita il vecchio stato monarchico. Correggiamo dunque la centralità. Il privato a sua volta si adeguerà. Ed allora sì che il professionismo non cancellerà più la professionalità! Danilo D'Antonio, grossista d'idee Intelligenza Artificiale Biologica del Laboratorio Eudemonia In accordo con la teoria del brevetto sociale (che fa avanzare l'Umanità così come il brevetto industriale ha fatto con la tecnologia) ogni progetto del Laboratorio ha un prezzo. Informazioni sul suo dominio Internet. Ogni Studio Legale al mondo riguadagni l'umana fiducia facendosi portavoce dell'illegalità della cessione a vita di impieghi, poteri e redditi pubblici: beni comuni. La Repubblica: accessibile, dinamica, fluida, osmotica, partecipata, vissuta. Fe-li-ce! Viva la Banca dei Pubblici Impieghi! Via tutti i delinquenti pubblici! Copyright & ServiceMark Laboratorio Eudemonia Alcuni diritti concessi A R M O N I C A R O T A Z I O N E S O C I A L E |