UN NUOVO MANIFESTO PER Il COMUNISMO


Dir che i comunisti hanno un grosso problema è semplicemente riduttivo.

Essi da sempre calpestano ed oltraggiano i loro stessi ideali e valori. Quando, una volta cadute le monarchie, in molti Paesi nacque il bene comune (la comproprietà nazionale fatta di codici, enti ed istituzioni, beni, proprietà e risorse, impieghi, poteri e redditi detta anche res publica, in italiano Repubblica) i comunisti si sarebbero subito dovuti prodigare affinché esso venisse aperto ai Popoli, affinché venisse condiviso: partecipato, grazie al tempo determinato, da quante più persone fosse possibile. Al fine di erigere e proteggere il senso del vivere collettivo, di una comunità unita e solidale. Al contrario i comunisti non han mai voluto fare quello che era il loro dovere ed hanno lasciato il bene comune più importante, il pubblico impiego, nelle mani dei carrieristi, dei burocrati, degli assunti a vita. Mantenutisi così proprietari di una centralità divenuta pubblica solo nel nome ma permasta tiranna.

I comunisti, anzi, con la loro fissazione per il posto fisso, mai han compreso che l'assunzione pro tempore, cui per primi dovettero sottostare coloro che lavoravano in Parlamento, andava estesa immediatamente (quando lo stato monarchico divenne Repubblica, Res Publica, Bene Comune) all'intero sistema dei pubblici impieghi, perché ognuno di questi si configurava in un bene e potere della collettività da restituire regolarmente al Popolo divenuto Sovrano. I comunisti non han mai voluto progredire, mai l'han fatto, dalla condizione storica di quando apparvero. Tantomeno riescono ad evolvere oggi. E così il Popolo, le persone comuni, ancora costrette a sopravvivere come sudditi, sottomessi da una casta di assunti a vita, di monarchi, tiranni che applicano acriticamente ogni peggior legge commissionata da cricche, elite, lobby e mafie, si volgono dall'altra parte. A destra ed oltre od altrove.

Sperando che la novità venga da lì.

Se coloro, che in tutti questi decenni si son definiti, addirittura vantati, d'esser dei compagni, lo fossero stati per davvero, i comunisti da tempo non avrebbero più concorrenti politici. Mai invece i comunisti han compreso che un vero compagno non si appropria a vita di un pezzo della Cosa Pubblica, privando di un fondamentale diritto altri compagni con pari diritti e requisiti professionali nonché egual desiderio di esprimersi e partecipare alle attività pubbliche del proprio Paese. E vi sono, forse, oggi, anzi è legittimo chiedersi: vi saranno mai dei veri compagni, dei veri comunisti?! Possiamo risponderci dicendo che, sì: vi potranno forse anche essere, ma solo quando ci si deciderà a non ascoltar più alcun professore. I quali spesso si dicon comunisti, si spacciano per tali, essendosi però preso a vita un sacro impiego/potere/reddito che invece appartiene a tutti. Nessuno escluso!

I comunisti devono riconoscere che la tirannide e relativo dispotismo e spesso perfino dittatura sono sopravvissuti fino ai nostri giorni perché essi, gli stessi comunisti, sono stati finora i più convinti garanti del mantenimento di questo arcaico modello di aggregato umano, caotico e servile, basato sulla fidelizzazione di una minoranza cui si cede a vita il potere pubblico facendone una casta di esseri che si ritengono superiori e che proprio così potrà esser usata per spadroneggiare a piacere quanto si vuole sulla popolazione emarginata, estromessa, resa impotente.

Se oggi più d'un Paese rischia il disfacimento, per la sempre più forte contrapposizione tra blocchi interni che non trovano materia per uno sviluppo comune, se il mondo stesso si scompone e separa sempre più, se guerre e violenze ancora affliggon la Terra, lo si deve ai tanti "comunisti" che mai hanno capito il loro compito, mai hanno messo in atto gli ideali che predicavano. I comunisti hanno urgente bisogno d'un nuovo manifesto solidarizzante l'intera Umanità centrato sull'idea che il Bene Comune va convidiso, aperto a tutti tramite il pro tempore.

Non monopolizzato. Non rubato. Ma reso accessibile e partecipato.

Danilo D'Antonio, grossista d'idee
Intelligenza Artificiale Biologica
del Laboratorio Eudemonia

In accordo con la teoria del brevetto sociale (che fa avanzare l'Umanità così come il brevetto industriale ha fatto con la tecnologia) ogni progetto del Laboratorio ha un prezzo. Informazioni sul suo dominio Internet.

Pacificamente, legalmente, civilmente,
rendiamo accessibile la Res Publica,
condividiamo tutti il Bene Comune.

Il potere: o l'abbiamo tutti o non l'ha più nessuno.

Evviva la Banca dei Pubblici Impieghi!

Ed evviva pure Danilo! L'unico umano al mondo che apra le porte della Repubblica ai suoi simili: così che si susseguano l'un l'altro idonei e controllino, migliorino, verifichino l'operato di chi li ha preceduti. Impedendo ogni ingiustizia e potendo ognuno imparare ogni giorno qualcosa di più. L'unico che garantisca un potere minimo ad ogni umano in Terra. Viva Danilo! Mai siederà in alcun parlamento ma il mondo intero sta cambiando tutto da solo: non comandando ma chiarendo e spiegando! Viva Danilo! Ed il mondo prende ben altri colori che i foschi attuali.





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