LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA


L'avanzamento umano lungo il suo percorso evolutivo sta oggi nel prendere coscienza che non è semplicemente turpe ma pure illegale concedere ed accettare in via definitiva un bene di proprietà comune come un pubblico impiego, potere, reddito. Con questo vile uso, alcuni, detenendolo per sé, privano altri cittadini di pari spettante diritto di fruizione del bene.

Proprio coloro, che mai in tutti questi decenni hanno restituito al Popolo, alla collettività dei cittadini, quanto ad esso apparteneva, hanno bloccato l'umano percorso di crescita etica, culturale, morale, politica, sociale. Di fatto ogni nefandezza al mondo (comprese le guerre) accadono ancora non tanto per responsabilità di governanti che si permettono di ordinare atti che non dovrebbero essere nemmeno pensati quanto a causa di moltitudini di lerci ladri della cosa pubblica che quegli ordini acriticamente, indiscriminatamente, eseguono per preservare il loro putrido posto fisso e far carriera.

Non c'è organismo che non sia fornito di efficaci meccanismi di retroazione (i noti feedback) senza i quali la sua vita sarebbe compromessa. La bieca casta degli eterni possessori dei pubblici impieghi impedisce il diffondersi d'importanti informazioni tanto verso l'esterno quanto verso l'interno della Repubblica. Tutto viene filtrato a fini propri da questi disgraziati, al fin di impedire ai cittadini opportunamente idonei di succedersi pro tempore nei ruoli della Repubblica.

Negli ultimi tre quarti di secolo, tutto quanto necessario al progresso umano (che inevitabilmente metteva a rischio la loro indebita permanenza) è stato da costoro bloccato: tanto nascondendolo ai cittadini quanto ai pollitici stessi. Il risultato è proprio quel mondo in cui viviamo che ancora oggi (nonostante le impressionanti conoscenze, i saperi, la scienza di cui disponiamo, tanto grande da farci conquistare lo Spazio e che ci permetterebbero di vivere in pace e sereni sulla Terra) puzza di morte e s'incrina vieppiù sotto il peso delle distruzioni, proprio come avveniva cento e mille anni fa. Solo prendendo coscienza di questo immane fenomeno, che mantiene l'Umanità ad un abietto infimo livello, uomini, donne e quant'altri favellano potranno evolvere ed erigerne uno immensamente più all'altezza dei nostri migliori intendimenti.

Per voi proci tutti, colpevoli di non aver provato la minima pietà nei confronti d'un mondo che avete lasciato cadesse a pezzi solo per mantenervi eterni detentori d'un potere, d'un impiego, d'un reddito che non v'appartenevano ma solo per un po' potevano essere goduti, voi, brutti proci, vi siete esclusi per sempre da quell'Umanità che voi sempre avete escluso. Per decenni vi siete ritenuti superiori all'Umanità, le avete impedito l'accesso là dove invece bisognava si inserisse. Vi siete condannati da voi stessi a costituir ora una casta di eterni esseri inferiori che mai più saran pari con gli altri.

Voi proci rimarrete per sempre dove vi siete auto-confinati. Fuori dell'Umana Società. Compresi i pollitici: ché sempre hanno mantenuto in vigore il pur abbattuto stato tiranno, esclusiva proprietà di una minoranza tramite la quale i monarchi spadroneggiano a volontà sulla maggioranza rimasta estromessa dalla vita pubblica del Paese. Tutti voi che avete rivestito un ruolo di governo è tempo ricordiate che: La Legge Non Ammette Ignoranza. Voi siete colpevoli quanto i proci e proci voi stessi: essendo permasti con l'inganno eternamente là dove in molti altri si sarebbero invece dovuti e potuti succedere.

Non c'è ruolo pubblico, concesso per assunzione od elezione, che non debba tornare al Popolo per essere impersonato da altri: così che la proprietà di quel ruolo rimanga del Popolo. Voi altri pollitici avete invece mantenuto in vita un sistema arcaico che permetteva l'illegale eterno possesso della Cosa Pubblica. Avete ammesso che una minoranza possedesse i pubblici impieghi, poteri, redditi così che anche voi, orrendi proci, aveste potuto far lo stesso coi ruoli del potere legislativo. Avete taciuto sulla casta dei proci assunti di modo che a nessuno venisse in mente di porre in discussione la casta dei proci eletti. Di fatto proci assunti od eletti non fa differenza. Tanto i primi quanto i secondi avete mantenuto in vigore uno stato ch'eppure terminò tre quarti di secolo fa, il possesso della centralità dei poteri essendo allora divenuto bene di proprietà comune: la Repubblica. Voi avete impedite sorgesse spacciandoci per essa la vostra monarchia!

Se già di per sé disgustoso, l'atto di ritenervi superiori ad altri, impedendo un sano regolare rinnovo del personale pubblico, in una Democrazia e Repubblica è perfino illegale. Nessuno può eternamente possedere un ruolo pubblico ed il passo ad altri deve cedere. Questo esige la Legge sulla comproprietà, questa è pure Legge fondamentale della Repubblica.

Fetenti proci!

Noi Esseri Umani le caste le volevamo abolite. Siete voi che le avete mantenute. Ed ora non sortirete più dalla vostra.

Danilo D'Antonio
aka The Wrangler

Non la pollitica ma la Legge
fa infine pacificamente evolvere
l'Italia, la UE, il Pianeta intero.

La Repubblica: accessibile, dinamica,
osmotica, partecipata. Vissuta!

Un monito a coloro che perseguono transizioni di vario tipo ma non quella democratica: nella casta degli esseri inferiori c'è spazio anche per voi. Badate a quel che fate. Perché montagne incrollabili son venute giù in pochi terrifici istanti. Vedete di trovarvi dalla parte giusta e non da quella degli oppressori. Il tempo dei proci è definitivamente terminato.

Evviva la Banca dei Pubblici Impieghi! La sacra Istituzione che darà alla Terra ben altri colori che i foschi attuali.





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