! ! ! CORRUZIONE ! ! !


Non c'è Paese al mondo dove non si oda echeggiare questo grido: corruzione! Pare quasi che gli apparati pubblici siano luogo di cultura perfetto per la decomposizione. Ed infatti lo stato, quindi in primis gli statali, coloro che mantengono in vita il tiranno sistema dell'assunzione a vita in impieghi che son detti pubblici non per nulla bensì perché tali devono essere e non una res privata d'accesso ad altri, sono entità fondate sul disfacimento e da questo si alimentano. Vediamo quel che accadde.

Quando cadde la monarchia e sorse la "repubblica", i padri dichiaranti fecero un copia ed incolla dei codici esistenti con appena qualche ritocco che poco mutò nella sostanza. La Res Publica rimase nelle mani di assunti a vita, carrieristi, tiranni. Come fosse ancora una proprietà del sovrano che, ponendola nelle mani di un cortigiano, lo fidelizzava a vita, rendendolo pronto a tutto.

Tale che il pubblico impiego fu usato per raccogliere fedeltà anche avviatasi la "repubblica". Il criminale sistema del voto di scambio (tu mi voti, io ti dò il posto fisso) è stato a lungo metodo indiscusso d'assunzione. Ciò significa che lo stato era ricolmo di criminali (assunti ed eletti) ed anche quei pochi ch'erano stati onesti nulla dissero al riguardo. Rendendosi complici.

Ecco spiegato perché mai nessuno dell'indebitamente permasto stato monarchico, fu mai condannato né processato! E poteva uno stato criminale pensare a fare il suo dovere: a condannare i delinquenti pubblici ed a rendersi democratico introducendo finalmente il tempo determinato in ogni cessione d'un pubblico impiego, potere e reddito, come Democrazia esige così da crear la Repubblica?

Certo che no!

Al punto che perfino quelli venuti dopo, inculcati da quelli che li avevano preceduti, manco loro han mai posto l'aurea questio: ma perché ci teniamo 'sto stato tiranno, proprietà di una casta di assunti a vita, di monarchi?! Come si può in una Democrazia permettere la cessione in via definitiva della Repubblica, assegnando i beni comuni che più la caratterizzano, quella proprietà collettiva che son i pubblici impieghi, poteri, redditi, senza alcun limite temporale, indefinitamente, come vollero duci e re?!

Tant'è: ogni centralità posseduta da una casta di assunti a vita, cosa altra rispetto al Popolo, è entità corrotta e criminale.

Non è questione di corruzione superficiale bensì d'illegalità profonda, totale dei presenti stati. Perché è ILLEGALE cedere a vita quella parte di comproprietà nazionale che più è necessaria per l’esistenza, la funzione e l'identità stesse della Repubblica, quindi innanzitutto i pubblici impieghi, poteri e redditi. E coloro che accaparrano e monopolizzano un sacro impiego, potere e reddito pubblico, del Popolo Sovrano, sono dei veri abusivi. Illegali a norma della stessa Legge che loro dovrebbero applicare!

La corruzione specifica, quella che emerge, non è che un prodotto naturale di questo stato di cose immoto, paludoso, ristagnante, inevitabilmente putrido. Mai la corruzione, emersa e sommersa, sparirà senza prima creare un flusso, un ricambio, un rinnovo continuo di energie umane che alimentino, rinnovino, rinvigorino, ripuliscano, il corpo, la mente e la struttura della Repubblica.

Mai potrà.

Quindi: assunti a vita! Burocrati carrieristi! Sovrani tiranni! Fuori tutti di lì! Fuori per sempre, prima di subito! Niente riforme per ora! Bensì rinnovo immediato e regolare del personale. Le riforme le faremo dopo, noi cittadini.

Noi legittimi proprietari della Res Publica.

Danilo D'Antonio, grossista d'idee
Intelligenza Artificiale Biologica
del Laboratorio Eudemonia

In accordo con la teoria del brevetto sociale (che fa avanzare l'Umanità così come il brevetto industriale ha fatto con la tecnologia) ogni progetto del Laboratorio ha un prezzo. Informazioni sul suo dominio Internet.

Ogni studio legale al mondo riguadagni l'umana fiducia
facendosi portavoce dell'illegalità della cessione a vita
di impieghi, poteri e redditi pubblici: beni comuni.

La Repubblica: accessibile, dinamica, fluida,
osmotica, partecipata, vissuta. Fe-li-ce.

Evviva la Banca dei Pubblici Impieghi!





LA REPITA

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