"APPLETS": MONOPOLI E SILENZI GLOBALI


Ormai, quale che sia il nostro stile di vita, quale sia la nostra esigenza di interfacciarci col mondo, ci viene richiesto di scaricare ed utilizzare un'applet, un software specifico per smartphone. Quasiasi servizio offertoci, non solo privato ma anche pubblico, rimanda all'uso di un'applet. E' perfino divenuto quasi impossibile aprire ed utilizzare un conto corrente on line senza dover ricorrere ad una applet. Non ci sarebbe nulla di male se tale software fosse distribuito dagli stessi fornitori di servizi, operatori economici, istituti bancari, enti pubblici o che altro. Al contrario bisogna obbligatoriamente recarsi presso un paio di siti specifici, iscrivervisi e navigarvi.

Ogni operatore, pubblico o privato, che faccia uso di un'applet rimanda a queste organizzazioni, senza ricorrere alle quali non è possibile prelevare il software, senza il quale non di rado non si riesce ad usufruire del servizio. C'è una concentrazione, oltre che una costrizione, intollerabile ed è inspiegabile che, su di un Pianeta affollato, quasi otto miliardi quanti siamo, nessuno abbia a dir nulla in proposito a questa assoggettante dipendenza. Il nome stesso dei siti, "googleplay" ed "appleplay", denuncia la finalità originaria che queste strutture hanno avuto fin dalla loro comparsa: distribuzione di giochi. Fintanto che questa era la loro finalità si potevano benissimo ignorare. Ma ora hanno concentrato su di loro l'accesso ad un sempre crescente numero di servizi primari, compreso l'intero panorama finanziario e la cosa non può più essere ignorata.

Attenzione: non è l'uso in se dell'applet il problema bensì il fatto che questa stessa applet NON venga distribuita direttamente dagli operatori cui ci si rivolge e ci si debba invece costrittivamente relazionare con un paio di organizzazioni esterne che nulla hanno a che fare col servizio cui siamo interessati. Di fatto è stato permesso lo stabilirsi di un monopolio della distribuzione del software per smartphone: è impossibile il reperimento di una applet altrove se non nei siti sopracitati. Fintanto che si tratta di software ludico poco male, alle persone serie non può interessar di meno. Ma quando le applet, il software che permette l'accesso a servizi di sicura importanza, vengono anch'esse monopolizzate, in tutto il mondo, all'interno di due soli siti, di due soli domini, è evidente che esiste un grosso problema a partire dagli operatori economici e pubblici, banche ed enti pubblici in primis, che accettano questo sistema, fino ai tanti che son deputati/pagati per il controllo di tali fatti.

Davvero ci si deve interrogare su quanto siano ridotte male le istituzioni e le associazioni professionali e non, se di un simile importante fenomeno si deve occupare un qualsiasi signor nessuno. Vista l'immensa truppa di pregiati professionisti che ricopre il globo, perché da loro non proviene il minimo sussurro su quanto sta accadendo?

Danilo D'Antonio
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- questo intervento è stato scritto diverso tempo fa, naturalmente inascoltato; oggi le cose sono peggiorate oltremisura; urge sempre più una centralità democratica: liberata dagli assunti a vita, dai burocrati, dai carrieristi ed accessibile a persone idonee a tempo determinato tramite la Banca del Pubblico Impiego.





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