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AL DI SOPRA DELLA GIUSTIZIA vi son solo delinquenti Tra le disponibilità comprese nella Repubblica (la comproprietà nazionale appartenente al Popolo Sovrano, fatta di codici, enti ed istituzioni, beni, proprietà e risorse, impieghi, poteri e redditi) ve ne sono alcune incedibili senza un pre-stabilito limite di tempo: poiché esse sono necessarie per il mantenimento del carattere, la funzionalità e giuridica stesse della Repubblica. Tra i beni comuni inalienabili degli italiani, i pubblici impieghi sono i più sacri: perché luogo privilegiato in cui praticare il fondamento partecipativo stesso della Democrazia, principio che solo permette alla Res Publica di mantenersi tale e non ridursi a proprietà privata. Chi se ne appropria, mai restituendoli al Popolo, è il peggiore tra i delinquenti. Il furto della Cosa Pubblica (non solo redditi ma innanzitutto impieghi e poteri, dunque anche preziose esperienze e saperi) è l'abominio massimo raggiungibile da un umano. Perché ci si arroga un carattere di totale superiorità sugli altri mentre per Democrazia non possiamo non esser tutti su di uno stesso livello societario. Oltre tre quarti di secolo fa, lo stato monarchico cadde per far posto alla Repubblica. L'Italia da allora non ha più una centralità perenne dominio di alcuni ma gli illecitamente permasti statali (a partire da quelli che nel 1946 non furono cacciati via da padri fondatori affatto all'altezza del compito) hanno impedito, generazione dopo generazione, la reale trasmutazione da stato tiranno a Repubblica. In modo pacifico, legale, civile, ora bisogna estrarre questi sovrani dalla nostra sacra Res Publica ed aprir questa ad un ordinato e regolare rinnovo del personale. Così che quanti più italiani (desiderosi, competenti ed idonei) possano svolgere parte attiva e concreta nella vita pubblica del loro Paese. Altrettanto legalmente, coloro che da così tanti decenni spacciano la loro monarchia per "repubblica", la loro tirannide per "democrazia", devono pagar il dovuto per questo loro furto continuato d'un così sacro Bene Comune. A partire da coloro che si son macchiati pure d'alto tradimento e truffa aggravata dallo speciale oggetto dell'inganno e dalla reiterazione del reato nel corso dei decenni: coloro i quali si sono impossessati d'un vitale ruolo di Giudice o Professore della Repubblica mai restituendoli al Popolo così che altri con pari diritti e requisiti si potessero avvicendare. I primi avrebbero come minimo dovuto applicare la Legge sulla comproprietà che da sola sarebbe bastata a stabilire l'incedibilità in via definitiva (una perdita completa per i cittadini coevi) d'un ruolo della Repubblica. I secondi avrebbero dovuto insegnare ad ogni italiano la diversa sostanza d'uno stato (tiranno, chiuso, inaccessibile) da una Repubblica (aperta, accessibile, partecipata). Costoro hanno procurato al Paese e ad ogni italiano una continuamente compromessa quotidianità ed un infausto destino. Tutto sarebbe potuto andare a vele gonfie, magnificamente, disponendo d'una centralità pubblica: dove ognuno si poneva come Socio alla pari dell'altro. Costoro ci hanno invece lasciato alla triste vita di sudditi rimasti sottomessi a tirannide. Ordunque: assunti a vita nei nostri impieghi! Tiranni nei nostri poteri! Voi, carcerieri del Potere Educativo e Giudiziario, che vi siete macchiati d'una colpa che più grave ed indegna non v'è, v'attende solo dura pena. Voi altri, che avete applicato leggi ingiuste e liberticide imposte da governi che facevano affidamento sulla vostra fedeltà al posto fisso mentre ben diversamente avrebbero proceduto con noi cittadini intorno, voi rinchiudetevi in casa e non ne uscite più. Non vi fate mai più vedere. Voi altri ancora, che siete comunque colpevoli d'un non meno grave furto della Res Publica ma non avete costretto e vessato direttamente o massicciamente gli italiani, arrendetevi alle evidenze e venite fuori con le mani in alto in segno che avete ben compreso la gravità dei reati che avete commesso. Prostratevi al cospetto del Popolo Sovrano, dichiarate a voce quanto più alta v'è possibile che intendete restituire ciò che ad esso appartiene e che siete sconsolatamente pentiti e disposti ad aiutare l'Italia nel processo di transizione da un putrido stato monarchico ad una vera risplendente Repubblica. Ma fatelo ora. Una volta che non fosse solo lo scrivente a dirvi questo, spazio di manovra per voi non ci sarebbe più. Avanti!!! In piedi e gridate quanto più forte potete il vostro sincero pentimento! ... Eh, sì. E' davvero un piccolo grande Paese il nostro. E' il primo che si sta liberando dai delinquenti pubblici. E fatto questo si potranno sanare pollitica e privato degenere. Danilo D'Antonio fiero padre d'una splendida Repubblica: aperta, accessibile, osmotica, frequentata, partecipata, vissuta. In accordo con la teoria del brevetto sociale (che fa avanzare l'Umanità così come il brevetto industriale ha fatto con la tecnologia) ogni progetto del Laboratorio ha un prezzo. Informazioni sul suo dominio Internet. Ogni studio legale al mondo sprofondi nella vergogna per aver accettato questo illegittimo stato di cose. Pacificamente, legalmente, civilmente, l'Italia si trasforma, divien reale Democrazia ed inizia a godere d'una vera Repubblica. Copyright & ServiceMark Laboratorio Eudemonia Alcuni diritti concessi A R M O N I C A R O T A Z I O N E S O C I A L E |