Il ruggito delle leonesse

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C'è qualcosa che è di pertinenza delle sole donne, in quanto strettamente connesso con la loro natura. E se questo qualcosa oggi evolvesse, raggiungendo pure la coscienza collettiva, sarebbe un passo così importante da riuscire perfino a spingere i governi ad apportare finalmente quei radicali positivi cambiamenti di cui abbisogna la nostra società.


Da un punto di vista storico può apparire scorretto e controproducente ri-assegnare alle donne un compito specifico basato sulla particolarità del loro sesso. Molto si è lottato affinché le donne potessero vivere nella società come persone complete, senza limiti o preconcetti legati al sesso.

E' pur vero, però, che le donne stesse spesso individuano e fanno coincidere la loro femminilità prevalentemente con la maternità, intesa sia emotivamente come un rapporto privilegiato con la natura, con l'eterna continuità della vita, sia razionalmente come un diritto di vivere con libertà questo ruolo.

Fatto è che le donne sono oggi nella possibilità di esercitare sulla società un'influenza davvero molto speciale, un'influenza che possono esercitare solo loro, poiché appunto legata a quella capacità procreativa che le caratterizza. E tale loro nuovo, speciale compito è quello di NON fare figli.


E' questo un tempo in cui le donne dovrebbero svolgere personali, obiettive, responsabili indagini su come vanno veramente le cose sul Pianeta Terra. E' questo un tempo in cui le donne dovrebbero allargare i loro orizzonti e dare un nuovo senso al proprio istinto materno. E' questo un tempo in cui le donne dovrebbero uscire dagli stereotipi del passato, ad esempio ampliando la ristretta visione limitata alla propria famiglia ed adottando idealmente, come proprio congiunto, l'intera umanità. Potendo così coglierne immediatamente lo stato di estrema sofferenza e venendo indotte a cercarne le ragioni profonde, scoprendo così che, oltre ai tradizionali mali sociali, il mondo è divenuto oltremodo sovrappopolato e continua pure lungo questa direttiva, rendendo sempre più difficile se non impossibile sconfiggere fame, malattie, inquinamento e guerre.


L'istinto materno si dovrebbe esplicare
innanzitutto nella difesa dei piccoli in pericolo.

Come si può allora oggi mettere al mondo dei figli
se già si sa che esso come un tritacarne li farà a polpette?


Una donna, un essere femminile che sia davvero maturo, prima di fare un figlio si accerta che questo possa vivere degnamente. Ella dovrebbe verificare che il mondo sia pronto ad accogliere un nuovo essere e, se occorresse dapprima cambiare qualcosa, dovrebbe essere disposta a combattere civilmente per questo. Proprio come una leonessa combatte e ruggisce in difesa dei propri piccoli già nati.

Se davvero si vuole esprimere la propria femminilità, oggi vale la pena di dare un peso ed un valore al potere che ne deriva, astenendosi dal fare figli: quale effetto enorme potrebbe derivarne se le donne smettessero di mettere al mondo figli? Quale enorme strumento di cambiamento avrebbero attivato le donne, se facessero uno sciopero, decidendo che finché gli Stati non metteranno in atto azioni concrete per risolvere i gravi e delicati problemi che oggi affliggono il mondo, di figli davvero non se ne parla?


Noi donne non possiamo restare alla finestra. La sovrappopolazione è un problema reale e serio, e, dal momento che siamo proprio noi a generare, non possiamo tirarci indietro dall'occuparcene direttamente. La nostra femminilità, oggi, non può non partire da qui, dal prendere coscienza dei tempi. Sarebbe bello se noi donne riscoprissimo la nostra capacità di lottare per ciò che oggi più conta.








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