Agli isolazionisti d'Europa,
prima che scompaiano coi loro solinghi Paesi



Copyright © 51/01/18 Danilo D'Antonio - Some rights granted



Prendere fischi per fiaschi. Così si diceva una volta. Proprio confondendo le carte sul gran tavolo in cui oggi si gioca la partita, non solo per il nostro futuro ma forse anche per la nostra stessa vita, se non siamo in là con gli anni, molti vogliono tornare ad isolarsi, pensando che i problemi diminuiranno o scompariranno. Pura follia. Questi non son più i tempi in cui l'occidente dettava legge ed entro ampiamente trasgrediti limiti amministrava in pace le questioni e chi ne faceva parte poteva viver bastantemente tranquillo. Questi son tempi in cui o ci si unisce rafforzandosi, stringendo alleanze, tessendo reti, o si scompare senza lasciare traccia di sé, sommersi da coloro che invece lo stanno facendo o sono cresciuti così grossi che bastan da soli a divorarci. E' vero: la UE, com'è ora, è un obbrobrio. Ma perché: non è forse un obbrobrio anche il nostro singolo Stato?! I problemi che ognuno di noi, chi meno, chi più, vive, non derivano dal solo dispotismo dell'Unione ma innazitutto, soprattutto, dal dispotismo del nostro stesso Stato: il quale s'è mantenuto, come ogni altro Stato del mondo (e la UE stessa è venuta su seguendone il retrogrado disegno) tale e quale era ai tempi del fascismo, della corona, della tirannide. Si aprano gli occhi, ci si sfili quelle antenne tv dal cervello e si ragioni: a tutt'oggi soltanto il Potere Legislativo è democratico, grazie al fatto che alla fine di un tempo determinato parlamentari e presidenti restituiscono al Popolo Sovrano gli impieghi/poteri che sono stati loro concessi e, senza nemmeno fiatare, se ne tornano a casa propria. E tutto il resto dei poteri dello Stato: amministrativi, culturali, educativi, informativi, finanziari, fiscali, giudiziari, d'ordine pubblico, militari, repressivi, sanzionatori, sanitari, statistici, agricoli, ecologici, edificatori, urbanistici, paesaggistici, etc.? Non è forse una vergognosa dimenticanza l'aver continuato a darli a vita come non a caso vollero duci, re e perfino imperatori? Se si desidera il buon vivere, operoso, sereno, senza continui dictat, senza le più pazze tra le regole, senza ingiustificate imposizioni, senza pesanti vessazioni che rendono praticamente impossibile la vita, è dal guardare criticamente casa nostra che bisogna partire, dal rinnovarla licenziando ogni assunto a vita nel Pubblico Impiego, quindi nello Stato, estraendolo dalla santa nostra Res Publica, ed iniziando ad assumere rigorosamente a tempo determinato. Automaticamente risultando così avviato anche il processo di piena trasformazione della UE, che da madre padrona diverrà agorà politica tesa a rafforzare davvero tutti i suoi Paesi. Si cerchi e si trovi il coraggio di analizzare con cura personale l'estesa situazione davanti ai nostri occhi, la si smetta d'essere irriflessivi replicanti di politici che non saprebbero amministrare un condominio per bambole. Ci si alzi in piedi e, riferendoci ai burocrati nostrani, ai carrieristi pubblici italici, si esiga: licenziamoli tutti, licenziamoli ora! Lo stesso esigiamo riferendoci ai carrieristi pubblici della UE, ai burocrati dell'Unione Europea: LICENZIAMOLI TUTTI! LICENZIAMOLI ORA! Grazie a questo nostro impegno l'Italia e la UE diverranno un luogo culturale, economico, politico e sociale senza eguali, perfino il paradiso fiscale più convinto ed esteso sulla Terra, il cui modello tutto il mondo subito seguirà. Perché non c'è popolo più forte, grande, produttivo, invincibile che quello reso solidale perché unito da un patto sociale corretto, giusto, ben scritto.








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