Ve lo dico viso a viso: son trent'anni che non voto. Ma se vien fuori un grand'uomo, un vero leader, uno che è avanti tutti noi e non indietro, che si decida a dire: "Con gran ritardo, sia finalmente reso democratico lo Stato, licenziando ogni assunto a vita nel Pubblico Impiego (così come periodicamente vengono licenziati Deputati e Presidenti) ed iniziando ad assumere con rigoroso mandato temporaneo, a tempo determinato, perché la Res Publica va aperta alla partecipazione temporanea di ogni cittadino dotato dei requisiti professionali necessari al ruolo e desideroso di servirvi", allora riprendo la scheda elettorale e corro subito a votarlo. Ma costui/costei deve fare questo sforzo: dir chiaro e tondo che il nostro, come gli altrui Stati, è democratico solo nel suo apice, nel potere legislativo, mentre la montagna di tutti gli altri poteri: amministrativo, culturale, educativo, informativo, finanziario, fiscale, giudiziario, d'ordine pubblico, militare, repressivo, sanzionatorio, sanitario, statistico, agricolo, ecologico, edificatorio, urbanistico, paesaggistico, etc. è ancora tutta TIRANNA (quindi pure DISPOTICA) perché concessa (o promessa) a vita come vollero duci, re ed imperatori, al fin di costituire le loro acritiche, fedelissime, aristocrazie. Se qualcuno si mostra più avanti, migliore di chi qui scrive, affermando tutto questo, potrà contare non solo sul mio voto entusiasta ma su quello di almeno metà della popolazione avente diritto di voto: gli astensionisti risorgeranno in massa e si recheranno anche loro alle urne. I seggi elettorali rivedranno il pienone. Perché allora, sì, varrà la pena cedere il proprio potere ad un altro, allora sì qualcuno rappresenterà noi bravi e capaci, noi che abbiamo lavorato duro per evolvere, per migliorare, noi che non vogliamo trattamenti di favore, che non vogliamo una politica che fa leva sul lato peggiore delle persone, che non vogliamo una politica che non sia ampiamente curata, meditata, raffinata, che non soddisfi ogni minima esigenza d'ognuno per tenere così saldo ed unito l'intero popolo, noi che esigiamo soltanto di vivere in una società (ed a maggior ragione in una Unione di Paesi) ben concepita e coerente coi principi che vengono pubblicamente dichiarati, che rispecchi nel concreto quel che si dice d'essere: una Res Publica, una Democrazia. Questo candidato dovrà dunque dire chiaro e forte ed instancabilmente ripetere: "i carrieristi pubblici, i burocrati, gli assunti a vita, in impieghi/poteri che appartengono a tutti e potenzialmente tutti devono potervi accedere, LICENZIAMOLI ORA! LICENZIAMOLI TUTTI!". Altrimenti muoia pur Sansone con tutti i moderni filistei. Se puranco tornassimo a votare, baderemo bene a votare il PEGGIORE, persino il più immondo, tra i candidati. Se nessuno vorrà darsi pena di divenir MIGLIORE.