Qualcuno dice che un popolo è libero quando è proprietario della moneta. In realtà un popolo è libero, e non teme nessuno, quando i cittadini si alternano in tutti gli impieghi/poteri/ruoli dello Stato. La moneta conta, senza dubbio, ma da sola non più di tanto.
Alternandoci a tempo determinato negli impieghi pubblici, quindi nei tanti poteri dello Stato, una volta licenziati i carrieristi, i burocrati, gli assunti a vita nel pubblico impiego, tutto cambia: perché i cittadini acquisiscono il potere di costruire il proprio destino in ogni àmbito e particolare della vita, della persona e della società. Cosa che certo non è possibile col solo potere legislativo rinnovato periodicamente. Tutto lo Stato (quindi ogni impiego/potere pubblico) deve essere concesso a tempo determinato.
La politica (il potere legislativo) conta, ma da sola non più di tanto. L'intero apparato dello Stato conta e dev'essere regolarmente restituito al popolo. Non si può accettare uno Stato dato a tempo indeterminato, a meno d'essere marionette incapaci d'intendere e volere.
Prendiamo coscienza che la Liberazione, celebrata sempre come fosse compiuta, fu sì iniziata ma è tutta da portare a termine. Lo Stato è tutt'oggi nelle mani di una aristocrazia, una casta, una chiusa congrega di carrieristi, burocrati, assunti a vita nei pubblici impieghi, esattamente come sotto la corona ed il fascio. Precisamente come ai retrogradi tempi del re e del duce. Vergognoso è poco.
Denunciare o tacere ciò che ovunque è causa/madre di ogni ingiustizia, mentre i Paesi, la UE ed il mondo intero, ribollono, senza però aver mai individuato il problema, ci rivela per quello che siamo: pro Democrazia e Repubblica o pro tirannide e despotismo. Visti i nuovi, capillari, potenti media, badiamo a non mostrarci oltre, se finora abbiamo taciuto, per quell'ignominia che siamo stati finora.