La politica europea del green deal
Copyright © 51/02/12 Danilo D'Antonio - Some rights granted
Ogni volta che si avvia un nuovo deal (parola che non a caso si traduce subito in: affare) si esagera. Prima siamo stati costretti a subire cemento e gasolio, ora ci si vuole costringere ad erba e letame. La si deve finire di forzare le cose. LIBERTÀ, ISTINTIVITÀ, SPONTANEITÀ: son tre parole che evitano il sorgere d'ogni problema. E, se non la si finirà presto con questo andazzo dispotico, la UE farà una brutta fine. Occorre una ed una sola politica europea, che avvierà poi ogni altra genuina, non proditoriamente affaristica, lobbystica, buona politica.
Occorre licenziare ogni assunto a vita nel pubblico impiego. Urge trasformare questi vecchi, decrepiti Stati, rimasti come ai tempi delle tirannidi: chiusi, impenetrabili, immutabili, al più promettenti una ingannevole trasparenza, in organismi realmente democratici: fondati invece sull'osmosi, sul continuo ricambio d'ogni pubblico potere. Urgono delle vere Repubbliche (da Res Publica). Basta con le direttive/forzatura. Si introduca il democratico fondamento del tempo determinato in ogni pubblica assunzione. Tutto si risolverà, senza più esasperazioni, senza più dictat, senza più vessazioni, nel migliore dei modi. Altrimenti altro che progresso! Il regresso più totale (procurato proprio da coloro che in avanti non vogliono andare) si realizzerà tramite la falsa democrazia centrata sul voto e finirà per distruggere tutto quanto ci è caro.
C'è una ed una sola mossa da fare: aprire la Banca del Pubblico Impiego, in ambito nazionale e federale. Tutto potrà ripartire da qui.
Oggi milioni di studenti vengono ancora massicciamente inculcati con una incultura di Stato (che li rende incapaci di interagire correttamente con la vita) per essere usati come ulteriori agenti retrogradi, propalatori d'ulteriore incultura, sempre intrappolata nella destra o nella sinistra. Si facciano dunque avanti quei pochi (perché certo tanti non saremo) che hanno saputo disinculcarsi per tempo e vissuto ogni istante della loro vita apprendendo dalla natura. Ad esempio la consapevolezza che immobilità e trasparenza sono la morte, dinamismo ed osmosi la vita.
E' proprio dalla squola che parte il male del mondo. Perché è nella squola in mano agli assunti a vita nei pubblici impieghi, ai burocrati, ai carrieristi, che vengono fabbricati esseri ignari ed ignoranti, sempre schierati, che non sanno cosa sia equanimità, completezza ed equilibrio, che rispetto non hanno per nulla e tutto travolgono ovunque vadano. Da una scuola praticata da veraci esseri umani, non da professionisti ligi all'incultura ma da fedeli osservanti della natura, sortirà invece quel fine rinascimento umano che non mancherà di far rinascere la Terra.
A R M O N I C A R O T A Z I O N E S O C I A L E
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