Quando sarà possibile un'altra RAI?
Quante volte, chi cerca di porre rimedio ad uno dei tanti problemi che questa
società è così abile a creare giunge a temere che tutto sia inutile, che tutti
gli sforzi per costruire una società più equa, più giusta, più razionale, più
pacifica e concorde, più umana e più armoniosamente inserita nell'ambiente
naturale, siano destinati ad infrangersi contro il classico muro di gomma?
Quante volte, chi cerca di risolvere un'emergenza causata da un'ingiustizia, da
una azione violenta, dalla miseria, dall'insensibilità, giunge a temere di
essere impotente, tanto il sistema, pur prodigandosi molto in superficie, in
profondità rimane invece del tutto indifferente ed immutabile? Ogni persona
impegnata in un processo di evoluzione sociale conosce molto bene la risposta.
Ma potrebbe mai esistere un punto su cui concentrare gli sforzi, un punto su
cui insieme far leva per far sì che l'intero sistema sociale umano possa
divenire, quasi all'improvviso, un sistema molto più efficiente, molto più
progredito, tale da dare davvero ascolto alle esigenze che man mano si creano
in questa mutevole realtà, invece che continuare a far orecchie da mercante?
A nostro avviso sì, esiste un punto che attaccato con vigore dalle Forze
Progressiste di ogni Paese del mondo potrebbe far scomparire per sempre la oggi
onnipresente mafia di stato, vera origine di ogni problema sociale, e con essa
ogni indifferenza, ogni scorrettezza. Questo punto nodale è l'Impiego Pubblico
a Vita.
Prendiamo ad esempio il nostro Paese. In genere si pensa che la dittatura sia
scomparsa dall'Italia, decenni fa. In realtà è scomparsa la macro-dittatura,
quella visibile, e forse per questo più vulnerabile. Ma è rimasta, tutt'oggi,
una dittatura più subdola, invisibile, una micro-dittatura diffusa su tutti i
301.000 Kmq. del Paese: l'Impiego Pubblico assegnato a vita alla persona, tale
che questa tende a divenire automaticamente, per l'organizzazione stessa in cui
è inserita, un micro-dittatore, un micro-mafioso, ed il risultato finale è
quello che tutti ben conosciamo.
Infatti, tra persone assunte a vita all'interno di una organizzazione, tendono
facilmente a stabilirsi legami distorti, nel migliore dei casi di tipo
parentelare nel peggiore di tipo mafioso. Tali tipi di rapporti rendono molto
più difficili risposte pronte, genuine, oneste, sincere, eque ed efficaci alle
varie situazioni in cui la società si viene a trovare. Di fatto, trascorsi un
certo numero di anni, tra i pubblici dipendenti a vita si stabiliscono rapporti
che minano la democrazia e realizzano invece una iniqua oligarchia.
Prendiamo ad esempio il nostro Ente radio-televisivo di Stato. Tutti sappiamo
che esso diffonde informazioni accuratamente selezionate, funzionali
all'arcaico sistema vigente ed ai forti poteri economici, politici e
superstiziosi esistenti, ma ne nasconde ancor più accuratamente altre che
invece potrebbero favorire il progresso del Paese, se non del mondo intero.
Questo non potrebbe assolutamente accadere se l'organizzazione della RAI
prevedesse una armonica rotazione del suo organico, tale da permettere a
chiunque nel Paese, purchè in grado naturalmente, di lavorarvi e di apportarvi
un suo personale contributo.
Accedere a tale risorsa, attualmente di solo teorica appartenenza comune, è
invece quanto di più improbabile vi sia, ed il motivo è uno solo: l?Ente
radio-televisivo di Stato in realtà non è oggi un Servizio Pubblico bensì una
struttura completamente in mano a quei pubblici dipendenti, di ogni livello,
che, assunti a vita, causano e mettono in atto tutta una serie di azioni e
procedure che come risultato finale rendono di fatto tale Ente l?organo
dittatoriale per eccellenza e lo stato una orripilante oligarchia: non una res
publica, come dichiarato nella Costituzione, ma un governo di pochi che si
poggia sulla ignoranza e conseguente indifferenza di molti.
Sbagliano coloro che pensano di rimediare ai malanni della nostra società
concentrando le loro energie esclusivamente a contrastare l'operato delle varie
figure politiche che si alternano al governo. Un politico con cattive
intenzioni non avrebbe alcun reale potere malefico, in una società in cui i
cittadini si alternassero nei vari ruoli del pubblico impiego, in una società
in cui i pubblici dipendenti non rischierebbero di perdere un posto a vita,
quindi tutto quello che hanno, semplicemente non sottostando a voleri deviati
dalla correttezza.
Invece il pubblico impiego a vita è terreno ideale di coltura, e lo dimostra
ampiamente e quotidianamente da decenni, per ogni genere di malefatta.
"Un altro mondo è possibile": questo lo slogan delle Forze Progressiste
globali, e certo un altro mondo, un'altra Italia, un'altra RAI saranno davvero
possibili, ma solo a patto di eliminare quella enorme separazione che tutt'oggi
esiste tra Stato e Cittadino e che spesso predispone entrambi in lotta tra
loro, finalmente permettendo invece alle due entità di riunirsi e coincidere
felicemente.
Un altro mondo sarà davvero possibile solo a patto di liberarci definitivamente
dalla mafia di stato. Un altro mondo sarà davvero possibile solo quando potremo
alternarci a rotazione nei posti chiave dello stato. Solo allora avremo
conquistato la possibilità di esprimerci e partecipare liberamente, pienamente,
alla vita della società. Solo allora una nuova società, che soddisfi appieno
ogni persona per bene e che faccia scomparire ogni tentazione di malaffare,
potrà essere infin realizzata.
Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonia
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