Cambiamo DNA alla società



Copyright © 52/01/02 Danilo D'Antonio - Some rights granted



Urge, come non mai, una conversione religiosa delle nostre società. Per religione, naturalmente, intendendo il senso proprio del termine originario "religare": mantenere le persone unite, tra di loro e con la realtà più ampia che le contiene. Ed in effetti parole come democrazia, repubblica, religione (si badi: religione intesa non come culti bensì come arte e scienza sociale unificatrice) hanno molto a che fare l'una con l'altra. Naturalmente se si permette loro di esprimere il loro proprio significato. Chiariamo?

Democrazia significa letteralmente "poteri del popolo". Essa si realizza per il tramite della regola del pro tempore con la quale è assegnata la Repubblica, res publica in lingua madre. Quindi: beni, impieghi, poteri, redditi, risorse comuni, pubbliche. Democrazia è organizzazione religiosa, solidarizzante, unificante, per eccellenza. In una società democratica (davvero tale, non solo dichiarata, sbrigativamente, sulla Carta) ogni parte della res publica è concessa pro tempore, a partire dal pubblico impiego. Così che sia coinvolto il maggior numero di persone per sviluppare in ognuna il senso d'appartenenza ad una comunità che così sarà unita, solidale.

Oggi le nostre non sono ancora società democratiche e non sono quindi religiose, tanto i Paesi meno avanzati quanto quelli ritenuti tali. Ogni unità centrale, il presente stato, si comporta essa per prima scorrettamente, oltraggiando basilari principi di civiltà e legalità. Perché non si può ridurre la res publica ad una proprietà privata d'accesso ad altri con pari diritti e requisiti. Tanto che le società, essendo tenute insieme con regole inique e scorrette da caste di tiranni indebitamente sopravvissuti, son ricolme di umani ridotti ad esseri pieni di difetti, corrotti, insoddisfatti, scontrosi. Siamo società divisive, piene di conflitti interni, fatte di umani mal messi solo per via del malefico DNA generato dallo stato e che per questo spesso mal si predispongono anche verso l'esterno.

Lo sfacelo che sovrasta i nostri Paesi scomparirà però all'improvviso iniziando il nucleo centrale a rispettare la democratica regola delle assunzioni pro tempore. Trasformato il sopravvissuto stato monarchico in res publica (aperta, partecipata potenzialmente da ogni cittadino, naturalmente idoneo e preparato al ruolo), una volta terminata la truffa delle assunzioni a vita, che hanno indebitamente perpetuato burocrazia e carrierismo, eliminando democrazia e partecipazione, entreremo in una nuova era in cui, usando correttamente le parole, i fatti potranno procedere parimenti bene. Ecco i tre passi che tutto risolvono, in Italia come in ogni altro Paese:

1) Apriamo la Banca dei Pubblici Impieghi.
2) Dismettiamo ogni assunto a vita, ogni burocrate.
3) Ci alterniamo tra persone idonee a tempo determinato.

L'assunzione a vita nella res publica è illegale ed abusivi sono coloro che se la sono presa perpetuando un uso che sarebbe dovuto decadere 75 anni fa. La Centralità Pubblica per prima deve rispettare la Legge e questa esige che la proprietà detta Pubblica, perché appartenente al Popolo Sovrano, a questo deve regolarmente, periodicamente, necessariamente ritornare. Altrimenti è tirannide!!!

Rispettiamo il senso delle parole. Avremo patti giusti e con essi fiducia, sodalizio e buona sorte senza fine.








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