Ognuno faccia pure quel che vuole in base alle proprie percezioni. Ma non sarebbe male accorgersi della strategia in stile "divide et impera" che le persone da un po' di tempo stanno subendo a loro insaputa. Quasi non c'è essere umano al mondo che non si rinchiuda, dietro suggerimento altrui, per emulazione di altri o di sua propria sponte, in una categoria, pensando di divenir più forte unendosi ai propri più diretti simili. Se fino a qualche tempo fa la strategia pollitica basata sulle minoranze poteva avere per queste un qualche positivo ritorno, oggi, in una fase storica di grandiose minacce per l'intera Umanità, a furia di frammentarci in categorie, stiamo divenendo via via sempre più deboli, impotenti, e quindi incapaci di affrontare gli attacchi che gravano addosso a tutti noi indistintamente. Senza contare che proprio il volerci distinguere è il miglior modo per veder sorgere astio nei nostri confronti.
Interrompiamo quindi noi stessi l'approccio che fa comodo ai potenti, i quali, dividendoci, separandoci, possono fare più facilmente quel che vogliono di noi. Invece di continuare a perseguire obiettivi limitati, parziali, d'interesse solo per noi stessi, solo per pochi, identifichiamo ed inseguiamo insieme, uniti, solidali, obiettivi di comune interesse, che incontrino il desiderio d'ognuno.
Se un tempo fu necessario impegnarci per i diritti di alcuni, mancando quelli fondamentali e non esistendo minacce globali, continuare oggi per questa via è oltremodo deleterio. Il problema è reale e cresce di dimensioni. Urge trovare obiettivi che ci uniscano, che non ci separino ma che ci rendano irremovibilmente solidali. Anche perché ogni interesse personale gode d'una corrispondenza in chiave comune ad ogni umano. Quindi perché differenziarci? Siamo un tutt'uno compatto unito da comuni interessi. Non cadiamo oltre nella trappola di pollitici che abbisognano di contrapporci gli uni agli altri per raccogliere voti. Liberiamoci per sempre da costoro.