Le nostre comode prigioni



Copyright © 51/03/19 Danilo D'Antonio - Some rights granted



Mancano pochi giorni all'ennesima celebrazione della Liberazione del Paese dall'occupazione straniera e dalla dittatura domestica. Ma stavolta la corrente prigionia di profilassi può dare una valenza speciale a questa data. Quasi agli arresti domiciliari, non dovrebbe essere difficile cogliere quanto urga rendere democratico lo Stato e trasformarlo in una vera Repubblica. Oggi un intero popolo viene mantenuto chiuso in casa, altrimenti represso e pesantemente sanzionato, da forze dell'ordine che sono tuttora costituite da assunti a vita. L'Italia non dispone ancora di una forza che sia davvero pubblica: partecipata a tempo determinato come Democrazia esige.

Il popolo italiano, pur sovrano che voglia la Costituzione, è ancora sottomesso ad una forza tiranna: concessa a vita secondo l'uso monarchico/fascista. Quando venne dichiarata la Repubblica, il democratico fondamento del tempo determinato, per giunta già esistente in Parlamento, doveva essere esteso a tutto lo Stato. Con quell'atto, iniziando a licenziare periodicamente ogni assunto nel pubblico impiego, lo Stato tiranno si sarebbe trasformato in Repubblica. Invece, causa l'incultura diffusa ad hoc dai baroni della squola, gli stessi padri fondatori non capirono, evidentemente, cosa avrebbero dovuto fare e lasciarono tutto come in uso prima della Liberazione.

Oggi noi, che abbiamo tutti gli strumenti necessari per evolvere, che ci troviamo pure in situazioni di crescenti difficoltà, non possiamo continuare a giacere nell'ignoranza di cosa sia la Repubblica e come si realizzi Democrazia. Repubblica è il Bene Comune, la Comproprietà Nazionale, la Risorsa Pubblica: l'insieme di averi, beni, enti, istituzioni, impieghi, poteri, ruoli, redditi, tutto ciò ch'è proprietà del Popolo Sovrano. Democrazia consiste nella condivisione della Repubblica tramite assegnazioni a tempo determinato. Senza il tempo determinato, con assegnazioni a vita, la Res Publica si trasforma in Res Privata (d'accesso ad altri con pari diritti).

Primario dovere d'un cittadino, oltre che inalienabile suo diritto, è licenziare periodicamente, regolarmente, ogni assunto in quegli impieghi che non a caso vengono definiti pubblici: perché è bene vengano partecipati da quante più persone sia possibile. A 75 anni dal suo inizio, è giunto il tempo di portare a termine la Liberazione. Esigiamo indietro i pubblici impieghi dai presenti tenutari a vita ed iniziamo a riassegnarli rigorosamente a tempo determinato. Apriamo la Banca del Pubblico Impiego. Nulla sarà più come prima. L'Italia avrà una vera Repubblica e vivremo in una vera Democrazia. Da veri cittadini quali diverremo, non dovremo temere più nulla.

Ora: c'è un gesto importante, alla portata di ognuno, che possiamo ed anzi dobbiamo compiere. Entro la data del 25 corrente mese inviamo, ognuno per proprio conto, esprimendoci con parole nostre, ognuno quindi firmando la sua, una petizione alla Camera dei Deputati. Non per ottenere qualcosa ma per avere una data ufficializzata del nostro esser divenuti cittadini e del nostro conseguente impegno affinché ogni impiego pubblico venga restituito al Popolo Sovrano alla fine di un tempo determinato e riassegnato tramite una Banca del Pubblico Impiego aperta a tutti. Mettiamo a frutto le nostre comode prigioni ed usciamone divenuti umani davvero liberi.

Qui: https://www.camera.it/leg17/468/ troviamo le modalità di invio delle petizioni alla Camera.

Non c'è mai stato un progresso sociale che non abbia coinvolto, per aversi, almeno un certo numero di persone previdenti e sagge. Quanto sia pericoloso lasciare tutto com'è, in tempi in cui è normale che quattro miliardi di persone si trovino recluse, dovremmo capirlo in tanti. Compiamo quindi questo primo passo, di alcun effetto verso l'esterno ma di grande importanza per noi stessi. Prendiamo carta e penna ed in poche parole esigiamo una Banca del Pubblico Impiego: quindi uno Stato concesso solo a tempo determinato. E poi diamoci da fare fino a quando non potremo respirare l'aria pulita della piena libertà. Sudditi senza saperlo, ne uscimmo cittadini.








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