Burocrazia vs Democrazia: dove c'è l'una non c'è l'altra



Copyright © 50/09/18 Danilo D'Antonio - Some rights granted



Per sconfiggere la burocrazia occorre innanzitutto capire cosa essa sia e come e quanto si contrapponga alla democrazia. L'anomalia è lampante. Lo Stato ha molti poteri: amministrativi, culturali, educativi, energetici, informativi, finanziari, fiscali, giudiziari, d'ordine pubblico, militari, repressivi, sanzionatori, sanitari, scientifici, statistici, agricoli, ecologici, edificatori, urbanistici, paesaggistici ... e legislativi. Ebbene: ancora oggi solo questi ultimi, i legislativi, sono democratici, in quanto concessi con mandati rigorosamente temporanei. Al contrario ogni altro potere dello Stato e pubblico in generale è ancora tiranno: concesso a vita, tramite un sistema di assegnazione degli impieghi che risale pari pari ad epoca pre-democratica, ai tempi della corona e del fascio.

Badiamo: una tirannide non si manifesta attraverso una violenza diretta ed immediata. Si ha una tirannide quando non vi è limite temporaneo all'esercizio di un potere e di conseguenza non si gode d'un ritmico rinnovo, riequilibratore di fatti ed idee. Proprio per via di questa disfunzione, che, evitando un regolare riesame popolare, porta ad esagerare in una od altra direzione, si arriva ad essere dispotici: manipolando le informazioni, si obbliga e vieta senza effettiva ragione, cancellando vieppiù i diritti delle persone.

Se davvero si vuole sconfiggere la burocrazia (poteri dei burocrati) non necessita altro che licenziare ogni assunto a vita nel pubblico impiego, ogni carrierista. Per avere la democrazia (poteri dei cittadini) in ogni angolo dello Stato occorre assumere solo pro tempore: per permettere un vitale rinnovo dei pubblici addetti ed una legante, unificante partecipazione. Urge aprire una Banca del Pubblico Impiego dove chiunque, competente, esperito e preparato al ruolo, possa prenotarsi per dare un contributo, tornando alla fine del mandato un semplice cittadino: così da verificare la bontà delle leggi e procedure da lui stesso applicate. La vita è bella se si tiene il cervello acceso. Se lo si tiene spento passano decenni (oltre sette, dalla caduta del fascismo) e la democrazia rimarrà sbarrata dalla burocrazia: dalla tirannica assunzione a vita nei pubblici impieghi. L'organizzazione di stampo fascista di fatto non è mai scomparsa ma, con la complicità di ogni generazione di politici, ancora oggi occupa, ahinoi, la più gran parte dello Stato.

Se niente po' po' di meno che un Parlamentare, perfino un Presidente, se ne torna a casa propria alla fine di un mandato, perché identica regola non fu estesa (come avrebbe dovuto) all'intero apparato statale e pubblico in generale? Una comproprietà, un bene comune, una Res Publica (quale è un pubblico impiego) non può essere data a vita, pena la perdita del suo carattere pubblico. Pena la cancellazione della Democrazia e l'instaurarsi della burocrazia. Cioè di tirannide e dispotismo. E non si invochi il professionismo: qui fuori di gente altamente professionale, e con ottimi propositi, ce n'è tanta. Il Pubblico Impiego sia solo a tempo determinato.

Ciò detto, anche oggi centinaia di migliaia di professori hanno insegnato ai giovani della Terra cosa non è la democrazia, cosa non è una repubblica. Mai illuminando la realtà delle cose. E milioni di giornalisti hanno trattato infiniti temi, perfino rischiando la vita lanciandola contro criminali e tiranni manifesti, mai cogliendo, intellettualmente sottomessi all'ufficialità culturale, cos'è che genera gran parte del male del mondo. Per quanto tempo ancora si accetterà che questo accada, che la Terra sia pervasa di una confusione così grande, che affligge ogni àmbito ed angolo del mondo, eretta al solo scopo di mantenere una antica prevaricazione?








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