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Lettera aperta alla Cittadinanza per nuove vie di comunicazione Dalla civiltà delle automobili a quella dei computer Copyright © 1997 Danilo D'Antonio Uno degli errori che l'essere umano tende a ripetere con maggiore frequenza e per giunta perfino passione è quello di continuare ad agire allo stesso modo pur quando la realtà circostante è cambiata ormai già da un pezzo e con essa i presupposti determinanti la scelta dell'azione da compiere. Proprio questo sta succedendo a Teramo in questo momento: al problema del traffico automobilistico, ed al legittimo desiderio di ulteriore sviluppo che vi è implicito, si continua a rispondere allo stesso modo di sempre, presentando gli stessi rimedi e soluzioni che sarebbero stati utilizzati parecchi, davvero parecchi anni fa. Infatti alcuni fra coloro preposti oggi al governo di questa città, quasi incapaci di adeguarsi ad una realtà in grande continuo mutamento, si ostinano a proporre una soluzione che poteva essere ancora efficace fino ai primi anni '80: il Cemento. Quel cemento che si staglia minaccioso in quantità apocalittiche nel tanto famigerato progetto del Lotto Zero e che si tenta ancora oggi di usare per costruire ulteriori parcheggi. Il cemento, se un tempo era proprio la giusta scelta da compiere, oggi è divenuto obsoleto, e da soluzione si sta velocemente trasformando in un grosso ostacolo per il nostro sviluppo. Non si crederà mica, infatti, che l'uso dell'automobile continuerà ad essere sempre così importante per la nostra vita, così come lo è stato fino a qualche anno fa! Il progresso va avanti e nuovi tipi di macchine ci permettono già oggi di annullare le distanze ed i confini geografici pur rimanendo nella tranquillità delle nostre abitazioni. Grazie ad Internet, da poco arrivata nella nostra città ma già divenuta una realtà importante, sono possibili cose fino a qualche tempo fa del tutto impensabili. Attraverso un piccolo computer collegato alla linea telefonica, oggi ognuno di noi può disporre dell'imaginifico dono dell'ubiquità: in casa propria, seduti sulla poltrona preferita è possibile comunicare, lavorare, giocare e sorridere insieme a persone che si trovano agli antipodi. Grazie ad Internet è assolutamente indifferente trovarsi a Brisbane, a Calcutta, a New York od a Roma, così pure come è ugualmente indifferente trovarsi a Teramo, a Campli, a Giulianova, a Roseto, Ascoli Piceno o Pescara. Già oggi localmente qualche migliaio di persone gode di questa grossa opportunità ed in un futuro molto vicino la maggior parte di noi "viaggerà" molto più frequentemente attraverso queste ed altre linee di telecomunicazione che non sulle vecchie strade di cemento. Nel continente africano, decisamente sprovvisto delle tradizionali vie di comunicazione di cemento ed asfalto, molti governi stanno destinando buona parte delle loro risorse economiche alla messa in opera di linee di telecomunicazione, Internet satelliti et similia. Questi risultano essere, alla luce di numerose ed approfondite analisi, immensamente più economiche e convenienti, sotto svariati aspetti, di qualsiasi strada asfaltata. A parte il trasporto delle merci, per le quali si pensa di provvedere in vario modo (oltre che con strade convenzionali strategicamente disposte, soprattutto con ferrovie e navi) in Africa si sta puntando molto sulle possibilità, oggi così numerose ed alla portata di tutti, di telecomunicare col resto del mondo tramite i nuovi super-media tecnologici, per favorire lo sviluppo economico ed il progresso del continente. Paradossalmente noi abitanti della città di Teramo, fino ad oggi sufficientemente avanzati, rischiamo ora di rimanere indietro rispetto ad altri popoli finora più sfortunati di noi. Se solo coloro che sono attualmente preposti alle decisioni da prendere per permettere un ulteriore sviluppo di questa cittadina si concedessero qualche ora per compiere anche una semplice e superficiale ricerca sulla grande trasformazione tecnologica e sociale che sta per investire la nostra città, come d'altronde anche il resto del mondo, se soltanto privilegiassero una visione globale del problema e non si lasciassero influenzare, irretire dal fiume di danaro che il Lotto Zero metterebbe in movimento, ebbene sicuramente ripudierebbero le loro stesse idee avute fino a quel momento e si appresterebbero ad incentivare lo sviluppo della diffusione dei nuovi sistemi di telecomunicazione in tutti i modi possibili. Offrire servizi pubblici di qualsiasi tipo tramite Internet, diffondere capillarmente la cultura telematica nelle scuole e nella società nel suo complesso, favorire il lavoro a distanza, ampliare la rete delle autostrade in fibre ottiche e di telecomunicazione in genere: questo è ciò cui un dirigente, un uomo di governo lungimirante ed illuminato dovrebbe lavorare. Che senso ha pensare di costruire un Lotto Zero se pensiamo che quando sarà pronto noi cittadini avremo già ampiamente abbandonato l'uso dell'automobile in favore degli infinitamente più agili, veloci, comodi e potenti terminali di accesso alle Reti? Che senso ha ricorrere a sistemi antiquati ormai inefficaci ed inutili per fronteggiare le sfide del futuro? Non possiamo che augurarci che i responsabili di queste importanti decisioni si concedano presto una vacanza, per documentarsi su quanto qui appena accennato e per sviluppare quella visione ampia, serena e soprattutto disinteressata necessaria sempre per operare la migliore delle scelte. Oggi cultura, prosperità e benessere non viaggiano più tanto sulle autostrade d'asfalto quanto su quelle di rame, in fibra di vetro o via etere: occorre rendersene conto e provvedere per tempo alle nostre necessità di benessere e sviluppo future. |
P E R
L ' A B R U Z Z O